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venerdì 1 luglio 2011

Mare in tempesta per il surf italiano il Coni diffida la Fisurf


La Federazione dei surfisti dichiara nello statuto l’affiliazione al Coni nonostante il disconoscimento avvenuto nel 2002. Ancora bufera su uno sport che riunisce 1milione di praticanti

Lo statuto della Fisurf
E’ guerra tra Coni e Fisurf, la federazione italiana surfing. L’ufficio legale del massimo organo sportivo ha infatti deciso di diffidare la federazione che riunisce le “tavole” di tutta Italia per alcune irregolarità nello statuto. Nonostante il disconoscimento ricevuto da parte del Comitato Olimpico nel lontano 2002, infatti, nel suo attuale statuto all’articolo 1 punto 6, si può trovare il segue passaggio: La Fisurf è riconosciuta dal C.o.n.i. quale Disciplina Sportiva Associata e gode d’autonomia tecnica, organizzativa e di gestione sotto la vigilanza del C.o.n.i. medesimo. Svolge l’attività sportiva in armonia con le deliberazioni e gli indirizzi della rispettiva federazione internazionale, purché non siano in contrasto con le deliberazioni e gli indirizzi del C.i.o. e del C.o.n.i.”.
Facciamo un passo indietro però: la FISURF si è costituita il 28 febbraio 1997, per trasformazione dell'Italian Surfing Federation, sorta a sua volta nel 1996 dalle ceneri dell'Associazione Surfisti Italiani, costituitasi nel 1991. Un inizio trionfante che si interrompe nel marzo del 2002, quando il Coni, attraverso la delibera 216, disconosce la Federazione con le seguenti motivazioni: “limitata attività sportiva a livello nazionale ed internazionale; insufficiente consistenza dal punto di vista qualitativo, quantitativo e della struttura organizzativa”.
Un’onta mai veramente assorbita dalla Fisurf che continua la sua attività al di fuori del Coni per poi dividersi nel 2006 con una parte della sua struttura che decide di staccarsi tentando di risollevare le sorti di questa disciplina dando vita a Surfing Italia. A questo punto le due organizzazioni viaggiano parallelamente, organizzando eventi, competizioni e gare per conto proprio, contando sul supporto dei propri associati. Questa diatriba eterna ha lasciato il surf (inteso come disciplina sportiva e non come passione amatoriale) ai margini dei grandi eventi sportivi: non essendo riconosciuti i surfisti non godono degli stessi diritti degli altri sportivi, nelle competizioni internazionali non si presentano mai in maniera unitaria in quanto divisi al proprio interno, infine questa realtà che può contare su oltre 1 milione di appassionati in tutto lo stivale non arriverà mai ai giochi olimpici, dove invece va alla grande il “fratello” windsurf con il quale abbiamo raggiunto ottimi risultati con la nostra Alessandra Sensini.
Noi come Paese Sera Sport abbiamo cercato di scavare in questi nove anni di confusione, immobilismo e silenzio, un lavoro di ricerca e segnalazione che ha contribuito a risvegliare dal “sonno” una vicenda per il Coni “ormai archiviata” e invece tutt’altro che sopita. Oltre infatti all’illecito sullo statuto, stando a quanto ci è stato detto, ci sarebbe un’incongruenza anche sulla sede ufficiale della Fisurf, che risulta essere a Viareggio sul loro sito (e sullo statuto all’articolo 1.7) e a Cagliari su quello dell’ISA, l’International Surfing Association ( massima autorità del surf in ambito mondiale).
Altro punto dolente di questa divisione tra Fisurf e Surfing Italia è la legittimazione del riconoscimento di un un’organizzazione parallela o alternativa al Coni. La Fisurf ha ricevuto mandato dall’ISA che però non è  riconosciuta in Italia. La Surfing Italia invece può contare sull’affiliazione all’AICS (Associazione di cultura,sport e tempo libero), Ente di promozione sportiva ufficialmente riconosciuto dal Coni.
Questioni aperte che nei mesi a seguire troveranno nuova linfa, e si spera una degna conclusione, in vista delle elezioni dei consigli direttivi, fissate per novembre, sia per Surfing Italia che per la Fisurf.
Roberto D'Amico
Fonte: http://www.paesesera.it/Sport/Mare-in-tempesta-per-il-surf-italiano-il-Coni-diffida-la-Fisurf

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